Descrizione
Scheda IV: Arenella: Castello Canevaro
Si ha notizia della deliberazione dell’inizio dei lavori nel maggio del 1550 con alcune lettere che il Senato invia al Capitano di Chiavari e al Podestà di Rapallo, in seguito al terribile attacco condotto dal corsaro Dragut nel luglio del 1549 a Rapallo.
Dal carteggio emergono l’esatta ubicazione scelta per erigere la costruzione e il nome del “maestro antelamo” che si dovrà occupare del disegno della fortezza, "Mastro Antonio da Carabo", già impegnato nei lavori di fortificazione di Santa Margherita.
Le opere procedono con lentezza per mancanza di fondi fino al 1563, data in cui la comunità di Zoagli riceve dal Capitaneato di Chiavari i fondi necessari per portare a termine la fortezza, con l’impegno che venga ultimata entro la fine di detto anno.
Il 1550, anno d’inizio dei lavori di costruzione della Torre, coincide con la prima fase di edificazione del complesso che oggi viene più comunemente definito Castello Canevaro.
Nella prima metà del secolo XVII, sullo stesso lotto di terreno su cui sorge il manufatto difensivo, si ha notizia di una stima condotta su alcuni stabili fatti “alla genovese”, ovvero la fortificazione in oggetto e il Palazzo (o Villa) rilevata da Matteo Vinzoni nel 1773 e da P. D. Cambiaso, nelle sue vedute ottocentesche della Riviera di Levante. La seconda fase si fa dunque coincidere con la presenza sul terreno già nel 1640 di un edificio a blocco, di stampo tipicamente “alessiano”, come viene definito dalla bibliografia specifica.
Nell’opera citata di Vinzoni sono, infatti, disegnate sia la Torre di avvistamento sia la Villa con una "copertura a piramide fortemente spiovente", denominata "Palazzo Malfante".
Nel 1799 la Torre torna ad assumere un ruolo strategico e difensivo, dopo anni di assoluto abbandono da parte della popolazione locale, attraverso la richiesta di approvvigionamento d’artiglieria al Comitato Direttivo di Genova, per la presenza nel golfo del Tigullio di navi corsare.
A riprova di ciò, l’anno dopo, nel 1800, il marchese Malfante chiede un indennizzo per l’uso di “lenzuoli, pagliericcio e legna” da parte degli uomini dell’esercito francese stanziati nella fortificazione e nei fondi dell’edificio vicino.
Si può ipotizzare che la terza fase di costruzione, riguardante il del corpo a “L” di collegamento tra la Torre e il Palazzo Malfante, sia da collocarsi fra il rilevamento di Vinzoni datato 1773 e i documenti citati del 1800. L’effettiva creazione, in epoca settecentesca, di un corpo adiacente alla Torre, comunicante con il Palazzo, è rilevabile dall’allegato grafico all’atto di compravendita tra i Malfante e i Canevaro, rogato in Genova nel maggio del 1875.
Il documento riporta l’esistenza del “Palazzo Padronale con annessa Torre e locale ad uso cipressa”, che nella planimetria relativa risultano non più due corpi separati come li rilevava Vinzoni, bensì un unico complesso architettonico.
La quarta fase di trasformazione dell’edificio si fa infine coincidere con i lavori commissionati dalla famiglia Canevaro, nuovo proprietario del complesso, al fine di dare una maggiore unitarietà all’insieme articolato di edifici che compongono l’immobile. Il progetto di ristrutturazione, che prevede anche un ampliamento del fronte ovest, viene datato tra gli anni 1889 e 1899, attraverso il confronto fatto con la documentazione fotografica rinvenuta nell’archivio della famiglia stessa.
Analogamente è stata possibile l’attribuzione del progetto all’architetto Giuseppe Partini, che risulta impegnato in quegli stessi anni nella realizzazione della grandiosa Cappella di famiglia nel Cimitero di Zoagli.
In realtà, da un’analisi più approfondita, l’ampliamento ovest e il nuovo disegno delle facciate del Castello Canevaro, non portano la firma del famoso architetto senese, ma, riprendendo fedelmente tutti gli elementi decorativi presenti nella Cappella, vengono realizzati più probabilmente da maestranze locali.
Nel 1899 si può davvero parlare del complesso di Castello Canevaro, in cui i prospetti della Torre e dell’antico Palazzo Padronale vengono ridisegnati secondo la facciata principale a ovest, arricchita dall’introduzione di due torrette di gusto eclettico.
La storia dell’edificio, che alla fine del secolo XIX raggiunge il momento di massima rilevanza, s’interrompe bruscamente con il 1943, anno in cui Zoagli viene duramente bombardata per la presenza dell’alto ponte ferroviario che la sovrasta e che risulta essere la causa della distruzione di buone parte della Villa Padronale, ovvero del "Palazzo Malfante".
Dalle vecchie foto d’archivio privato risulta integra soltanto la parte più vicina alla torre, che nel 1947 viene ricostruita con un semplice tamponamento sulla parete nord e l’introduzione di un terrazzo piano praticabile come copertura. Negli anni del dopoguerra, fino ai giorni d’oggi, l’edificio viene utilizzato solo a scopo residenziale e perciò diviso in appartamenti, andando incontro al conseguente degrado causato dalla mancanza di un progetto unitario di manutenzione.
A ciò si arriverà nel 1998, anno in cui sono commissionati dall’attuale proprietario i lavori di “Restauro e Risanamento conservativo” disposti, in parte, dalla normativa specifica Regionale.
Il progetto redatto dagli architetti C. Bruzzo, F. Gotta e M. L. Grasso ha riportato alla luce l’unitarietà voluta alla fine dell’Ottocento dall’architetto Partini e dalla famiglia Canevaro, introducendo, nella Torre e nei fondi voltati del Castello, nuovi spazi espositivi, con l’intento di ristabilire quella fruizione pubblica per la quale erano stati costruiti.
Bibliografia
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1975
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M. Vinzoni, Pianta delle due riviere della Serenissima Repubblica di Genova divise in commissariati di Sanità, Genova, Sagep, 1983 (ristampa anastatica del manoscritto del 1767).
1989
P. Stringa, Castelli in Liguria, Sagep, Genova 1989.
1990
G.V. Galliani, Tecnologia del costruire storico genovese, Sagep, Genova marzo 1990, pp. 59-61
1993-1994
C. Bruzzo, M. L. Grasso, Architettura e difesa costiera nella Riviera di Levante: dinamica delle destinazioni d’uso, tesi di laurea, relatore prof. G. V. Galliani.
M. L. Grasso, La particolare trasformazione del complesso dell’Arenella, I lavori di costruzione della torre in C. Bruzzo, M. L. Grasso, Architettura e difesa costiera nella Riviera di Levante: dinamica delle destinazioni d’uso, tesi di laurea, relatore prof. G. V. Galliani.
C. Bruzzo, La particolare trasformazione del complesso dell’Arenella, La riconversione dell’architettura da difesa ad uso abitativo, in C. Bruzzo, M. L. Grasso, Architettura e difesa costiera nella Riviera di Levante: dinamica delle destinazioni d’uso, tesi di laurea, relatore prof. G. V. Galliani.
1995
L. Kaiser, Tra pirateria e peste: una linea fortificata per la salvezza e la sanità di Rapallo, in L. Kaiser, A. Rotta(a cura di),Medioevo a Rapallo, Atti del convegno di studio (Rapallo, 19 novembre 1994), Rapallo, pp. 39-41.
Redatto da: Silvia Vallini
Revisionato da: Colette Bozzo Dufour
Data: 22/2/2002
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Ultimo aggiornamento: 5 agosto 2024, 13:49