Torre Bruzzo Caracciolo

Scendendo a mare a mezzo di una scalinata a est del civ 360 di via Aurelia, all’estremità ovest del piccolo tratto di costa denominato “Pozzetto”, si può intravedere una piccola costruzione a pianta rettangolare.

Torre Bruzzo Caracciolo
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Descrizione

Scheda V: Pozzetto, Torre Bruzzo Caracciolo

Sulla base scarpata, costruita in pietra a vista, è impostato un volume liscio, intonacato e bucato, sul lato sud, da due piccole aperture rettangolari. La copertura è a due falde.

La tipologia del manufatto richiama, semplificandola, quella delle torri di guardia costruite dalla Repubblica di Genova a guarnigione dei borghi costieri.

Nel Tigullio la diffusione delle fortificazioni costiere data a partire dalla metà del secolo, per il pericolo rappresentato dal pirata Dragut (cfr. scheda IV, scheda VI). Nei decenni successivi viene messa a punto una rete di postazioni difensive molto capillare.

La prima notizia certa reperita di una guardia nella zona del Pozzetto risale al 1691 e si trova in una relazione manoscritta che descrive tutto il litorale ligure da Portofino a Chiavari.

In essa si specifica che nella zona del Pozzetto e di Bardi erano appostate, a cura degli uomini di Sant’Ambrogio, tre sentinelle di notte e una di giorno "in capanne di paglia".

Nel 1767 Matteo Vinzoni rilevava che al Pozzetto e a Bardi risiedevano quattro guardie "in casette di matteria": quest’ultima espressione sembra trovare una certa corrispondenza con la realtà materiale presente in situ.

Vinzoni colloca, peraltro, la guardia del Pozzetto all’estremità est della piccola insenatura, ove oggi sorge la villa Bruzzo Caracciolo, che nella proprietà conserva i resti di un’antica torricella a sezione circolare (comunicazione orale della professoressa Colette Bozzo Dufour).

La fortificazione difensiva del Pozzetto era collegata con la postazione di avvistamento sita presso la casa, oggi di proprietà privata, ubicata in salita Sant’Ambrogio 23 (cfr. scheda X).

Il manufatto, in disuso, versa in notevole stato di degrado e attende un intervento di recupero e valorizzazione.

Bibliografia

  • 1767
    M. Vinzoni, Pianta delle due riviere della Serenissima Repubblica di Genova divise in commissariati di Sanità, Genova, ms. del 1767 (ristampa anastatica Sagep, Genova 1983), pp. 184-185.
  • 1905
    A. Ferretto, Da Portofino a Chiavari. Estratto da Monografia storica dei porti dall’antichità nella penisola italiana, Roma, pp. 28-32.
  • 1971
    R. DE Maestri, Opere di difesa del sec. XVI nella Riviera di Ponente, "Quaderno n. 5. Università degli Studi di Genova – Facoltà di Architettura – Istituto di Elementi di architettura e Rilievo dei Monumenti", gennaio, pp. 43-68.

Redatto da:    Silvia Vallini
Revisionato da:    Colette Bozzo Dufour
Data:    22/2/2002

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Ultimo aggiornamento: 5 agosto 2024, 12:06

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