Scheda XVIII: Zoagli, casa di Via Garibaldi 23/ via Doge Battista Zoagli 1

Ultima modifica 5 agosto 2024

Sul pendio immediatamente a levante del borgo di Zoagli, vicino ad alcuni interessanti esempi di architettura liberty e neogotica (cfr. scheda XVI, scheda XVII, scheda XIX) sorge un grande edificio a pianta irregolare.

Sul lato ovest si trova uno dei due portali d’accesso, a destra del quale è murata una lapide incisa con la data 1864. Alla sinistra del portale si trova un dipinto rappresentante San Giorgio che uccide il drago con il vessillo genovese. Su questo lato le bucature si dispongono in modo non regolare, diversamente dal fronte est che si presenta, invece, compatto e scandito orizzontalmente in quattro piani ritmati da una serie regolare di cinque finestre rettangolari.

Al piano terra si trova il semplice portale d’ingresso da via Doge Battista Zoagli; in corrispondenza del terzo piano aggetta un lungo balcone.

La copertura è a quattro spioventi, in ardesia profilata da tegole in cotto. L’elemento architettonico più caratterizzante dell’edificio è costituito dalle due ali porticate e terrazzate di gusto neoclassico, ben visibili e allineate sul fronte est, mentre su quello ovest risultano assenti o sfalsate rispetto alla facciata.

Un esempio simile di portico aperto è rappresentato dalla genovese Villa Gattorno Annetta in via Parini (Albaro), costruita nel 1891.

Addossato allo spigolo nord-est si trova un corpo di fabbrica cubiforme probabilmente coevo alle logge, una portineria o un locale di deposito, il cui lato sud è scandito da tre specchiature a tutto sesto; in quella centrale è ospitato un portone, nelle laterali due monofore.

Per quanto riguarda il palazzo, il volume compatto e quasi privo di aggetti richiama le tipiche forme della villa seicentesca; la planimetria vinzoniana del 1771, tuttavia, non registra alcuna costruzione a nord dell’oratorio di Santa Caterina, che sorgeva nelle immediate adiacenze dell’edificio in oggetto, se non sullo stesso sito.

La posteriorità dell’edificio rispetto ai canoni seicenteschi sembra accreditata, anche, dal fatto che gli spazi interni appaiono concepiti per essere divisi in appartamenti (due per piano): si tratta, quindi, di una casa d’abitazione borghese la cui veste esterna segue il tradizionale e, forse, ormai sorpassato modello della casa aristocratica a blocco, di tipo “alessiano”.

L’edificio sembra aver subito più fasi edilizie che determinano l’impianto non perfettamente regolare della planimetria. Lo stesso corpo centrale deve aver subito qualche rimaneggiamento, come si rileva dall’irregolare disposizione delle bucature sul prospetto est. La data del 1864, probabilmente, si riferisce a tale ristrutturazione, completata dalla raffinata decorazione dipinta e graffita ad affresco, che gioca sui toni del giallo.

Sicuramente posteriori a tale rifinitura risultano le ali porticate, come si rileva dal dettaglio della loggia che, nel lato sud, va a coprire la decorazione dipinta attorno a una finestra.

Il fronte ovest del palazzo è vivacizzato dalla presenza di San Giorgio che uccide il drago con il vessillo genovese. Tale presenza, tradizionale simbolo dello spirito genovese di iniziativa e indipendenza, potrebbe testimoniare, a pochi anni dall’unità d’Italia, l’orgoglioso attaccamento di una comunità locale alle proprie origini storiche.

L’edificio di via Garibaldi 23 è attualmente oggetto di un intervento manutentivo.

Bibliografia

  • 1771
    M. Vinzoni, Il dominio della serenissima Repubblica di Genova in terraferma, Civica Bibilioteca Berio, ms. cf. 2. 9., manoscritto datato 1771 (stampa in facsimile Novara 1955).
  • 1984
    Le ville del Genovesato, Genova, vol. II, pp. 159-160, n. 41.
  • 1992
    L. Muller Profumo, Le pietre parlanti. L’ornamento nell’architettura genovese 1450-1600, Genova, pp. 63-107.
  • 1993
    I. Ferrando Cabona, T. MANNONI, Liguria. Ritratto di una regione, Sagep, Genova (I ed. 1988), p. 222.
  • [2000]
    M. Brignole, Zoagli dal ’500 al ’700, Zoagli, p. 45.

Redatto da:    Silvia Vallini
Revisione da:    Colette Bozzo Dufour
Data:    22/2/2002


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