Scheda XV: Zoagli, casa di via Aurelia 166/Piazza San Martino 12 (Villa Le Palme)

Ultima modifica 5 agosto 2024

Mirna Brignole ha trascritto un’interessante notizia ricavata, probabilmente, dall’Archivio parrocchiale della chiesa di San Martino in Zoagli: “...Nel luglio 1770 venne utilizzato uno spazio attiguo alla chiesa, ceduto dal marchese Giuseppe Durazzo, per un miglior effetto scenografico del piazzale...” 
In una mappa risalente al sec: XVIII, a ovest della stessa chiesa, è segnalato con la lettera H il terreno di proprietà di “...Sua Ecc.za la Sig.ra Annetta Negroni...”.

Il 10 maggio 1777, Andrea Gandolfo “conduttore” richiede al Magistrato delle Comunità il restauro di una muraglia “...di una terra domestica che conduce alla detta M.ca Sig. Anna, posta nella parrocchia di Zoagli. La terra dè Durazzi a cui di sopra confina la strada, di sotto la piana della chiesa, da un lato il M.co Giuseppe Malfante, dall’altro bene di un’opera pia...” Sul frontespizio della richiesta alle autorità è riportato il nome Anna Durazzi Negrona.

Questo documento permette di individuare la proprietaria del fondo: si tratta di Anna Maria Durazzo (1718 - 1789), figlia di Giuseppe Maria Durazzo e moglie, dal 1739, di Giovanni Battista Negrone, doge dal 1695 al 1771.

La villa di Zoagli è citata nel suo testamento:

“...Lascio al Reverendo Luigi Agrifoglio di Rapallo, continuando a pensare alla mia villa di Zoagli, un abito ossia un taglio di panno nero per vestito intiero...”.

L’intera eredità spetterà all’unica figlia Maria Luigia, moglie di Nicolò De Mari; purtroppo, in questo atto notarile, non sono descritti i beni immobili.

La scrivente si propone di approfondire ulteriormente la ricerca di documenti sulle proprietà immobiliari dei Durazzo in Zoagli, allo scopo di poter identificare con sicurezza gli edifici, definire la datazione e la committenza della Villa delle Palme, che certamente sorgeva nei terreni dell’aristocratica casata.

Un ulteriore approfondimento sarà possibile quando si otterrà l’autorizzazione a visitare gli interni e il giardino ricco di pregiate essenze arboree.

Allo stato attuale degli studi è possibile soltanto osservare analogie nell’apparato decorativo di facciata con le settecentesche ville dei vari rami dei Durazzo come il palazzo omonimo di Santa Margherita Ligure (del 1678 ma portato a compimento nei primi anni del sec. XVIII), Villa Faraggiana ad Albisola, Villa Romairone in Val Polcevera:

nei volumi compatti appaiono ravvicinate le tre finestre centrali a ricordare antiche logge
marcati bugnati scandiscono le facciate e contornano le aperture
anche i colori, rosso ed ocra, paiono essere peculiari di tutte le residenze di villa dei Durazzo

Bibliografia

  • 1777
    Borzoli, Archivio di Stato di Genova, Magistrato delle Comunità, 359, foglio 34, maggio 10.
  • 1787
    Testamento della quondam Illustrissima Anna, Illustrissima figlia del quondam Magnifico Giuseppe Maria Durazzo, e moglie del quondam Serenissimo Giambattista Negrone in notaro Vincenzo Lavagnino, Archivio Durazzo-Giustiniani, Archivio Durazzo, Test., n. 158.
  • 1981
    D. Puncuuh, L’Archivio Durazzo dei Marchesi di Gabiano, "Atti della Società Ligure di Storia Patria", n. s., vol. XXI (XCV), fasc. II, Genova, p. 632
    M. Brinole, Zoagli dal ’500 al ’700, Rapallo 2000, p. 51.

Redatto da:    Silvia Vallini
Revisione da:    Colette Bozzo Dufour
Data:    22/2/2002


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