Scheda II: Sant’Ambrogio: Cappella di Sant’Isidoro

* Non è stato possibile visitare l’interno della Cappella di Sant’Isidoro per indisponibilità del Parroco di Sant’Ambrogio. Le notizie relative sono tratte dal dattiloscritto Cappella di Sant’Isidoro. Parrocchia di Sant’Ambrogio. Comune di Zoagli (GE), [2001].

A nord della chiesa di Sant’Ambrogio, lungo il percorso che collega la località Avenaggi (Rapallo) con Sant’Ambrogio e, attraverso il crinale dei monti Zuccarello e Castello, con il Santuario di Montallegro, si trova la cappella di Sant’Isidoro.

Si tratta di un edificio ad aula absidata di discrete dimensioni (lunghezza complessiva circa m 17, larghezza circa m 6). L’alzato è costituito da una semplice muratura intonacata. La copertura esterna è mista: a due spioventi e in tegole di laterizio sul corpo longitudinale, semiconica e in abbadini d’ardesia sull’abside.

La facciata presenta quattro aperture: due, di m 0,50 x 0,50 circa, protette da una griglia in ferro battuto e poste ad altezza d’uomo, servivano presumibilmente per il lascito di elemosine; allineato al portale d’ingresso rettangolare si apre, nella parte superiore della facciata, una piccola lunetta. La facciata è seminascosta dal vistoso pronao timpanato che costituisce l’elemento più caratterizzante dell’edificio: di altezza inferiore al corpo della cappella, profondo circa m 4, è costituito da due grandi colonne in muratura che reggono archi ribassati, impostati su semplici lastre in marmo. Il notevole diametro delle colonne si deve all’uso di pietrame in scaglie di ridotta dimensione, poco adatte alla costruzione di forme cilindriche sottili, che richiedono l’uso del massello.

La copertura interna del soffitto del pronao è in assicelle rette da travi di legno.

Sui fianchi dell’edificio si aprono due monofore sagomate nella parte alta in forme curvilinee e chiuse da vetri centinati e spartiti in quattro parti.

L’interno è mononavato con volta a botte ribassata. La semplicità architettonica e decorativa esterna trova riscontro in un paramento a riquadri delimitanti cornici e modanature in rilievo, interrotte in prossimità delle monofore. L’altezza uniforme del corpo longitudinale, pari a circa m 6,20, si abbassa ad un minimo di circa m 3,70 nella parte terminale dell’abside a cui si accede tramite un gradino rivestito con una piana di ardesia, che interrompe la pavimentazione a scacchi bianca e nera della cappella e che segna il passaggio fra navata e presbiterio.

L’altare, anch’esso semplice e lineare, è costituito da tre ripiani, decorati con gessi sagomati, sormontati da un ultimo ripiano sul quale è posizionato un manufatto riproducente un piccolo “baldacchino” color oro che abbraccia il simbolo della fede cristiana. Un quadro con cornice a raggiera funziona da sfondo al tutto.

Uno zoccolo colorato in azzurro scuro, che corre a circa cm 50 di altezza, contribuisce all’equilibrio e all’armonia dell’ambiente interno, la cui eleganza risiede nella semplicità delle soluzioni adottate.

I riquadri geometrici che decorano il soffitto voltato della chiesa e le pareti verticali non sono presenti nel soffitto dell’abside che presenta, invece, un disegno a raggi - con richiamo alla volta stellata celeste – per guidare lo sguardo del visitatore al centro dell’altare.

Scarsissime le notizie storiche sulla Cappella di Sant’Isidoro, che non compare nella relazione pastorale di Monsignor Bosio del 1582 né nel censimento dei beni immobili a scopo fiscale eseguito nel 1641, la Caratata. Questa seconda fonte, tuttavia, risulta meno indicativa perché gli edifici religiosi erano beni “franchi”, esenti da tasse e quindi non ne era prevista la registrazione.

I Remondini riportano notizie della cappella dal 1746, e affermano che il parroco di Sant’Ambrogio Bernardo Cuneo nel 1874 la definiva “oratorio”. è riportata, inoltre, la notizia di un restauro realizzato nel 1836.

Nella scarsità di notizie storiche certe, osservazioni sulla natura dell’edificio possono essere avanzate esclusivamente sulla base dell’esame della struttura architettonica e dell’ubicazione del manufatto. La prima riguarda la funzione del portico-pronao, elemento tipico dell’architettura assistenziale. L’ipotesi di una cappella stazionale con possibilità di un primo ricovero dei viandanti prende corpo considerando l’ubicazione del manufatto sul già citato percorso devozionale verso il Santuario di Montallegro. Inoltre la notizia del funzionamento della cappella come oratorio alla fine dell’Ottocento risulta di un certo interesse, sia perché in tal caso si ripropone la dinamica insediativa, tipica in ambito rurale ligure, della chiesa parrocchiale con l’oratorio nelle sue immediate adiacenze, sia perché la presenza di un oratorio presuppone quella di una confraternita laicale che poteva promuovere la funzione assistenziale dell’edificio.

Attualmente la cappella di Sant’Isidoro è oggetto di un restauro conservativo.

BIBLIOGRAFIA

1582

BOSIO F., Liber visitationum et decretorum Illustrissimi et Reverendissimi Domini Francisci Bosii visitatoris Apostolicis Civitatis et Diocesis Genue anni 1582, Archivio di Stato di Genova, ms. n. 547, cc. 376-377.

1888

A. e M. REMONDINI, Parrocchie dell’Arcidiocesi di Genova, vol. IV, Genova, pp. 66-67.

1979

V. GARRONI CARBONARA, Portofino e la costa da Nervi a Zoagli, Genova ("Liguria territorio e civiltà", collana diretta da Gaspare Fiore, n. 7), pp. 28-31.

1983

La Liguria paese per paese, Genova, vol. III, p. 167.

1984

G. SPALLA, L’architettura popolare in Liguria, Laterza, Bari, pp. 99-103.

2000

La cappella di Sant’Isidoro, "La Piazzetta", a. IX, n. 31, marzo, p. 3.

[2001]

Cappella di Sant’Isidoro. Parrocchia di Sant’Ambrogio. Comune di Zoagli (GE), dattiloscritto, Comune di Zoagli.

 

REDATTO DA:Silvia Vallini

REVISIONATO DA:Colette Bozzo Dufour

DATA:22/2/2002